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gli originali di prua 183

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— Ma allora, — esclamò l’altro con espansione, — io manderei un telegramma a mia moglie!

Un momento fu trattenuto dal pensiero della spesa; ma inteso che, per esser quella un’eccezione, si sarebbero attenuti alla tariffa ordinaria, fu tutto contento, e scrisse il dispaccio. — Sto bene. Mar buono. Metà strada. Ti abbraccio, ecc.— E domandò se sua moglie avrebbe potuto rispondere. Sì, certo poteva rispondere. — Perchè la conosco, — disse; — è donna da levarsi il pan di bocca per mandarmi una buona parola.— E voleva pagare; ma l’ufficiale non volle: doveva fare il calcolo dei centesimi addizionali: avrebbe pagato la sera, verso le quattro, ritornando a vedere se ci fosse risposta.

Felice, il buon diavolo se ne va, lasciando il foglio. Ritorna alle tre: niente. Alle tre e mezzo: niente. Alle quattro trova dieci benedette parole: — Grazie. Bene. Dio ti accompagni. Prego per te. Torna presto.

Fuor di sè, legge due volte, bacia il foglio, vuol pagare. — Ma che! — dice l’ufficiale. — È una miseria da non parlarne. E poi, farò passare il dispaccio come di servizio. Piuttosto, poiché ha delle buone bottiglie in cassetta, ne stapperà una a tavola, e saremo pari. — E come

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