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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|De Amicis - Sull'Oceano, 1889.djvu{{padleft:188|3|0]] no? Ne stapperò una, ne stapperò due! Si dovrà star allegri. Ah! la scienza dell’uomo a che cosa è arrivata! — Per farla breve, alle quattro, a tavola, le due bottiglie furono stappate e bevute, e il povero uomo s’esilarò tanto, che ne fece stappare una terza, una quarta, e tutta la cassetta, così ostinatamente difesa fin allora, fu asciugata. La notizia, frattanto, s’era già sparsa, e quando egli uscì di tavola, eccitato, rosso, trionfante, e salì sul castello centrale per fare il chilo, fu ricevuto con una chiassata di carnevale. Non capi subito perché lo beffassero; ma quando capi, mentre tutti s’aspettavano di vederlo restar fulminato, si mise a ridere di compassione, e se ne tornò verso le seconde, esclamando: — Ignorantoni!... Bestioni!... Asinoni!...— beato, imperturbabile in mezzo al concerto di latrati, di gnauli e di canti di gallo che l’accompagnava.

E quella scenata seguiva davanti a uno degli aspetti più stupendi che offrano l’oceano e il cielo nella regione dei tropici. Essendosi squarciato poco innanzi al tramonto il velo fitto di vapori che ci avvolgeva da tre giorni, il sole calava nel mare come un rubino enorme, gettando sulle acque tranquille una lunghissima

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