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188 | sull'oceano |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|De Amicis - Sull'Oceano, 1889.djvu{{padleft:192|3|0]] Intanto, man mano che s’alzava la colonna termometrica, crescevano per il Commissario le occupazioni e i fastidi; principalissimo dei quali era il dormitorio delle donne, in cui doveva scendere molto sovente, di giorno e di notte, per ristabilire il buon ordine o vegliare alla pulizia. Anche a non tener conto del da fare, sarebbe bastato quello spettacolo obbligatorio a disamorare dell’ufficio qualunque galantuomo. S’immaginino due piani sotto coperta, come due vastissimi mezzanini, rischiarati da una luce di cantina, e in ciascuno di essi tre ordini di cuccette posti l’un sull’altro, tutto intorno alle pareti e nel mezzo, e lì circa a quattrocento tra donne e bambini poppanti e spoppati, e trentadue gradi di calore. Qui, nella cuccetta più bassa, dormiva una donna incinta con un bimbo di due anni, sopra di lei una vecchia settantenne, sopra di questa una giovinetta sul primo fiore; là s’allungava una cafona calabrese accanto a una signora caduta nell’indigenza; più oltre un’avventuriera di città, che si dava il belletto al buio, a fianco d’una contadinella timorata di Dio, che dormiva con la corona del rosario tra le mani. A scender là di notte, si vedevano spenzolare dalle cuccette capigliature grigie, trecce bionde, fasce di lattanti, orribili