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190 | sull'oceano |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|De Amicis - Sull'Oceano, 1889.djvu{{padleft:194|3|0]] morale, e denunziavano le colpevoli, in gran segretezza, rabbiose. — Ci ponga un po’ mente lei, signor Commissario. Loro non vedono niente, mi scusi. C’è il numero 77, quella bionda, che ogni notte al tocco sale in coperta e non torna più che alle quattro. È una porcheria che deve finire. — Altre volevano cambiar di posto, a cagione d’una vicina asmatica, o perchè la ragazza che avevano a lato, un poco di che, senza dubbio, spandeva un puzzo di muschio da mandar la testa per aria. E il Commissario doveva quietarle: — Vedremo, provvederemo, dormite intanto, riposate, datevi pace. — E andando innanzi così al chiarore fioco delle lanterne, intravvedeva delle madri addormentate che si stringevano i bimbi al petto, respirando affannosamente, col viso contratto da un sogno doloroso o spaventevole; dei seni giovanili non scoperti per caso; delle bocche senza denti spalancate nel sonno come se urlassero; degli occhi che luccicavano nell’ombra, fissandolo, con un sorriso che faceva un’offerta. E qualche volta, per le corsie, s’abbatteva in un viso sospetto, che doveva sottoporre a un interrogatorio. — Dove andate a quest’ora? — Su (naturalmente) per un’occorrenza. — Con quegli occhi in solluchero? Vi do tempo cinque minuti, e poi vi tasterò il