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210 | sull'oceano |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|De Amicis - Sull'Oceano, 1889.djvu{{padleft:214|3|0]] ondulazioni, pareva che promettesse di non turbar la giornata.
E fu festa anche per noi. Per me cominciò dopo colazione nel camerino del Secondo, col col quale passai un’ora piacevolissima, insieme con altri due ufficiali e col marsigliese, a bere del buon Champagne, dovuto a una discussione su Guglielmo Watt. Parlando della sfortuna degli inventori il marsigliese s’era lasciato scappare che il Watt era morto nella miseria. Il secondo aveva negato: era morto nell’agiatezza, carico d’onori e circondato d’amici illustri — Dans la misère, monsieur! Dans l’indigence la plus affreuse! — Nella ricchezza, le dico. — Sans le sou, sans le sou! — Di qui la scommessa, e aveva dato sentenza inappellabile una Histoire de la machine à vapeur, che si trovava a bordo, scritta appunto da un marsigliese; il quale smentiva senza un riguardo al mondo il suo concittadino. Amabili originali quei tre ufficiali del Galileo, non escluso quel brunotto astuto del dispaccio! Tutti più giovani d’animo di quello che la loro età desse a credere, e d’una certa semplicità di solitari, rarissima a trovarsi nel mondo, anche fra i solitari. Ciascuno aveva uno studio o un’arte