Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
214 | sull'oceano |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|De Amicis - Sull'Oceano, 1889.djvu{{padleft:218|3|0]] scandalo, e notammo tutti e due un’animazione non mai veduta sul viso sciapito della sua figliuola, come il riverbero d’una compiacenza segreta; della quale l’agente cercò invano la causa con un lungo sguardo girante, sospettoso che ci fosse per aria un altro colpo di forbici. Passando davanti alla dispensa, vedemmo gli sposi ritti davanti al banco, che bevevano rosolio annacquato. L’agente li salutò. Lo sposo disse timidamente: — Festeggiamo l’equatore. — Eh! — rispose l’altro, in tuono di dispetto, guardandoli fisso tutti e due; — mi pare che festeggino tutti i paralleli! — E quelli nascosero in fretta il viso nel bicchiere. Poi s’andò a bere un bicchierino di Chartreuse sull’uscio del camerino della domatrice, che riceveva gli amici con gli occhi natanti nella dolcezza, e diceva che avrebbe voluto che il viaggio durasse un anno, tanto trovava la compagnia ben combinata, educata, cortese, piacevole; e un’altra filza d’aggettivi zuccherini, che parevano usciti dai molti bicchierini variopinti che doveva aver già centellinati nella giornata. Di là risalendo sul cassero, trovammo delle novità: la signora argentina, vera imperatrice del piroscafo, con un corteo d’ammiratori intorno, vestita d’una veste color vaniglia, che dava un