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234 | sull'oceano |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|De Amicis - Sull'Oceano, 1889.djvu{{padleft:238|3|0]]Comparve in quel punto la cameriera ad annunciar l’ora del battesimo. Il deputato scappò in camerino a cambiare il berrettino di seta con una copertura di capo più sacramentale. Io m’incamminai verso la camera nautica. A prua c’era già movimento, in specie fra le donne, che volevano salir tutte sul castello centrale, per vedere; tanto che i marinai si dovettero piantar di guardia alle scalette per impedire che si ammucchiasse troppa gente di sopra. Era un vocìo, una curiosità da tutte le parti come per il battesimo d’un principino ereditario, e nessuno badava alla minaccia d’un piovasco solenne, che cominciava a far l’aria buia. Entrai con due o tre altri nella camera nautica, che era già affollata, e trovai a stento un po’ di posto. Davanti a un tavolo stavano in piedi il comandante, che doveva far da ufficiale dello Stato Civile, e il Secondo e il Commissario, che facevan da testimoni; tutt’intorno, con le spalle alle pareti, la signora bionda, l’argentina, la sposa, la madre e la figliuola pianista, la brasiliana con la serva negra, e una diecina d’uomini, fra i quali il garibaldino, col suo solito viso chiuso e triste. La finestra in fondo, che dava sul castello, era addirittura riempita di facce di donne della terza classe, che forma-