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il mare di fuoco | 247 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|De Amicis - Sull'Oceano, 1889.djvu{{padleft:251|3|0]]di qualche vendetta. E c’eran delle donne che non tanto per timore quanto per mostrare una diffidenza ingiuriosa alle vicine, dormivano con tutte le loro robe ammontate fra le braccia e fra le gambe, anche a rischio di provocare la calunnia coi falsi contorni dell’adulterio. Una vera pazzia, insomma, E ancora le quistioni che nascevan da furti veri o mentiti eran le meno difficili. Il peggio era che l’irritazione aveva svegliato in tutti una delicatezza d’amor proprio straordinaria, che s’adombrava d’una mezza parola o d’un mezzo sorriso, tanto che ogni momento si presentava qualcuno al Commissario a lamentarsi d’una mancanza di rispetto, e il Commissariato si dovea convertire in una specie di tribunale per la casistica della dignità e della buona creanza. Il marinaio gobbo diceva che non si potea più campare. — Dixan che gh’è de ladre! (dicono che ci son delle ladre) — esclamava, poiché non parlava mai altro che delle donne; — ma se non s’imbarcassero le ladre, non si farebbero nemmeno più le spese del carbone, che dio le sprofondi! — A come si mettevan le cose c’era da aspettarsi da un’ora all’altra qualche baruffa seria. Già la sera innanzi, dopo il battesimo, due passeggiere s’eran fatte una cappelliera, alla muta, da signore