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300 | sull'oceano |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|De Amicis - Sull'Oceano, 1889.djvu{{padleft:304|3|0]] poi, essendosi increspate alquanto le acque, che diedero a quel verde l’aspetto d’una vegetazione più forte, l’illusione mutò, e mi venne alla mente quell’amplo spazio d’oceano, coperto d’un fitto tappeto d’alghe, di fuchi natanti e di traghi del tropico, che impigliò per venti giorni le navi e spaventò i marinai di Colombo. Alcuni uccelli bianchi rigavano il cielo, lontano; il sole faceva scintillare qua e là come delle isolette coperte di smeraldi, e nell’aria spirava un tepore di primavera, in cui pareva di sentire delle fragranze terrestri, che parlavano all’anima, come un’eco di voci lontanissime, portate dai venti della pampa.
Ma il mar verde e l’episodio dell’innamorato non schiarirono che per pochi minuti la faccia scura che aveva quel giorno il 'Galileo. Solamente la signora bionda trillava d’allegrezza sul cassero, passeggiando a braccetto a suo marito, che andava accarezzando con la voce, con lo sguardo e col ventaglio, come una sposa di sette giorni, forse per compensarlo di qualche grave iattura che gli preparava per più tardi, e di cui le luccicava il pensiero nell’azzurro delle pupille infantili; mentre lui, al solito, arrotondava la schiena, e facea con gli occhi soc-