< Pagina:De Amicis - Sull'Oceano, 1889.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.
304 sull'oceano

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|De Amicis - Sull'Oceano, 1889.djvu{{padleft:308|3|0]] passaggio coperto raggiunsi il prete napoletano, in cotta e stola, che andava a passi lunghi e lenti, preceduto da un marinaio, che portava l’acqua benedetta in una scodella.

A prua, vicino al dormitorio delle donne, trovai un crocchio, rischiarato di sotto in su da una lanterna, che teneva il gobbo: v’erano il comandante e il Commissario, con pochi passeggieri di prima; più in là qualche marinaio; una ventina di emigranti stavano accanto all’osteria, come rimpiattati, e qualche figura appariva confusamente sul castello di prua. Quando il prete arrivò, tutti si mossero, come per disporsi in semicerchio, e in disparte comparve il viso di cera del frate. Nello stesso momento sentii un fruscio dietro di me, e voltandomi, vidi la signorina di Mestre e la zia, che si arrestarono sotto il palco di comando, all’oscuro.

Credendo che, secondo l’uso, si gettasse il cadavere dalla punta del castello di prua, non comprendevo perchè tutti restassero lì; quando a un cenno del comandante due marinai apersero lo sportello laterale dell’opera morta, e compresi.

Intanto pareva che il piroscafo andasse rallentando il cammino; dopo pochi minuti, con

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.