< Pagina:De Amicis - Sull'Oceano, 1889.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.
308 sull'oceano

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|De Amicis - Sull'Oceano, 1889.djvu{{padleft:312|3|0]]Due marinai, presa l’asse alle due estremità, la sollevarono lentamente, e la posarono sull’orlo del piroscafo, spingendola un poco innanzi, in modo che sporgesse fuori d’un quarto.

Nell’atto che l’alzavano, vidi muovere qualche cosa di nero sul petto del morto, e avvicinandomi. riconobbi la croce nera della signorina.

Le lanterne s’alzarono.

I due marinai afferrarono l’asse dalla parte del capo, e presero a sollevarla dolcemente: il corpo cominciò a scorrere....

In quel punto mi suonarono dentro quelle parole desolate del moribondo, come se fossero gridate a voce altissima, con un grido immenso che coprisse l’oceano: — Oh me fieul! Oh me pover fieul!

II corpo scivolò, disparve nelle tenebre, fece un tonfo profondo. Allora i marinai chiusero in fretta lo sportello e tutti sparirono di qua e di là, come ombre. Prima che fossimo rientrati a poppa, il piroscafo aveva ripreso il cammino, e il povero vecchio proseguiva già assai lontano da noi la sua discesa solitaria verso l’abisso.

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.