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310 | sull'oceano |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|De Amicis - Sull'Oceano, 1889.djvu{{padleft:314|3|0]]a dar ragione d’una giornataccia compagna, e bisogna proprio ammettere un influsso misterioso del tropico del Capricorno, che si doveva passare nelle ventiquattr’ore.
Appena svegliato, sentii che l’aria era carica d’elettricità: una sfuriata di gelosia della cameriera genovese, portata via dalla passione a tal segno, che inveiva a voce alta per i corridoi contro il Ruy Blas infido, ripetendogli cento volte il nome dell’animale nero, senza un rispetto al mondo, come se fosse stata nel bel mezzo di piazza Caricamento: a fatica riuscì l’agente di cambio a farle chiudere la fontana degli improperi, minacciandola di andar diritto dal comandante. Salgo su: trovo il comandante fuor della grazia di Dio, che agitava per aria un foglio, interrogando il Commissario, e minacciando di correr lui in persona a piggiali a pê in to cu tutti e quarantasette. Gli avevan fatto ricapitare poco prima una lettera, firmata alla meglio da quarantasette passeggieri di terza classe, i quali si lagnavano del vitto, sollecitando in special modo “una maggior varietà nella guernizione dei piatti di carne„ che era sempre la medesima; il che, diceva la protesta, deve cessare. La protesta era stata promossa dal vecchio toscano