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In extremis | 331 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|De Amicis - Sull'Oceano, 1889.djvu{{padleft:335|3|0]]La buona disposizione d’animo dei passeggieri favoriva i suoi studi. Poco dopo le nove, quasi tutti stavan sul cassero, e i gruppi e gli atteggiamenti loro mi rimasero stampati netti nella memoria come ci soglion rimanere quelli che presentava la nostra famiglia il momento prima dell’annunzio o dell’avvenimento d’una sventura domestica. Gli argentini formavano un cerchio vicino al timone a mano, col marsigliese, che si dondolava, motteggiando, davanti alla signora porteña; la quale lo stava a sentire con quel doppio sorriso finissimo delle donne, che sfuma la cortesia nella canzonatura. La famiglia brasiliana, seduta al posto solito, girava intorno silenziosamente i suoi dodici occhi neri, come se vedesse tutti i presenti polla prima volta; e ai piedi della signora era accucciata la negra, come un cane. Vicino all’albero stavano in piedi il ladro, l’impiccato e il direttore della società di spurgo inodoro, che da vari giorni erano sempre insieme, senza discorrer mai, come tre amici sordomuti. L’avvocato sonnecchiava sur una seggiola lunga, con un libro sul ventre. La signora bionda sedeva sopra un sofà, pigolando in mezzo al tenore e al peruviano, a cui copriva un ginocchio con la gonnella allargata; e pareva che il con-