Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
334 | sull'oceano |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|De Amicis - Sull'Oceano, 1889.djvu{{padleft:338|3|0]]di vedere all’orizzonte, come sorto all’improvviso, un nuvolone di forma bizzarra, spesso e scuro, orlato di bianco dalla luce del sole impallidito, e che s’alzava rapidamente, gettando un’ombra tetra sul mare; il quale cominciava a ribollire. E facea quasi freddo.
Già i passeggieri s’erano avveduti tutti del cambiamento. I lettori avevano chiusi i libri; tutti s’erano alzati da sedere, e guardavano l’orizzonte con quello sguardo che si fissa in viso a uno sconosciuto, il quale ci si presenti per trattare d’un affare grave. Un lampo, e un brontolio di tuono lontano, a cui tenne dietro subito un movimento brusco di rullio, provocarono qualche esclamazione: — Ed ora? — Cos’è questo? — Si comincia male! — Le signore cercavano con gli occhi il comandante. L’avvocato era già scomparso. Alcuni altri se n’andarono pure, all’inglese. Questo bastò perchè vari dei rimasti mostrassero uno straordinario buon umore, e pigliassero in faccia all’oceano degli atteggiamenti di ammiragli spavaldi, guardando le signore con la coda dell’occhio. Il marsigliese girava di gruppo in gruppo, dicendo allegramente: — Ça se brouille, ça se brouille. Nous allons voir un joli spectacle. — Lo spettacolo, in-