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370 | sull'oceano |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|De Amicis - Sull'Oceano, 1889.djvu{{padleft:374|3|0]]Quella imminenza dell’arrivo aveva finalmente svegliato in quasi tutti una certa curiosità di sapere qualche cosa delle città e delle province dove si dovevano andar a stabilire; e molti interrogavano ora un ufficiale or un altro, o i passeggieri più istruiti di prua, tirando fuori le lettere sgualcite dei parenti e degli amici, e gesticolandovi su, e dandole a leggere e rileggendole insieme essi pure, con quella considerazione straordinaria che mostran le persone illetterate o quasi per ogni specie di documento scritto, in cui suppongono sempre la possibilità di varie e sottili interpretazioni. E sentivo pronunciare da molti quei nomi di colonie agricole, che poi mi dovevano essere così cari, Esperanza, Pilar, Cavour, Garibaldi, Nuova Torino, Candelaria. Ma, Dio santo, era una pena a veder la ignoranza tenebrosa in cui brancolavano quasi tutti, la nessuna idea della divisione degli Stati e delle distanze, come se l’America del Sud fosse un’isola di cento miglia di circuito, dove tutti i paesi si trovassero a un trar di fucile l’un dall’altro. Buenos-Aires, Tucuman, Mendoza, Asuncion, Montevideo, Entre-Rios, Chili, Stati Uniti, formavan nella mente dei più un indescrivibile e inestricabile imbroglio di idee false od oscure, dove il più accorto e paziente uomo del