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L'america 391

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|De Amicis - Sull'Oceano, 1889.djvu{{padleft:395|3|0]]di sole sopra una rosa bianca, già curvata verso terra. Quando fu al passaggio coperto per tornar verso poppa, si fermò un momento e respirò, premendosi una mano sul petto. Lì sopraggiunse la contadina di Mestre che le baciò la manica del vestito, e scappò. Essa riprese il cammino, lentamente.

E la terra non spuntava! Ma già io non avevo più alcuna impazienza. Ed ero stizzito con me stesso perchè, dopo averla tanto sospirata, quell'imminenza dell’arrivo in America non mi destava più alcuna commozione. Era un altro fenomeno morale simile a quello che avevo provato nei primi giorni del viaggio, in faccia al mar giallo; una specie di sincope del sentimento della curiosità e del piacere. Come se non mi rimanesse uno solo dei mille ardenti desideri con cui ero partito, il pensiero della terra nuova non mi dava più che un senso di noia, accompagnato dalla preoccupazione meschina delle seccature dello sbarco, e dalla molestia d’un brucior di gola che m’aveva lasciato un sigaro cattivo. E mi faceva perfino dispetto l’agitazione degli altri, — sciocchi, — che parevano smaniosi di ritornare alle fatiche e agli affanni d’ogni giorno, come se quelle tre settimane di

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