< Pagina:De Amicis - Sull'Oceano, 1889.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|De Amicis - Sull'Oceano, 1889.djvu{{padleft:407|3|0]]

SUL RIO DE LA PLATA


Dormire? Mentita speme. Come accade a tutti dopo una giornata d’agitazione alla quale si sappia che ne seguirà un’altra non meno agitata, i passeggieri non dormirono che quanto voleva irresistibilmente la stanchezza: verso le due dopo mezzanotte quasi tutti si svegliarono, e tra sospiri di signore, sbadigli virili e conversazioni sommesse, che in quel silenzio del bastimento immobile sonavano come un ronzio di tafani, non vi fu più quiete. Un’ora prima dell’alba si sentirono dei passi affrettati e la voce del medico, accorso per uno svenimento della signorina di Mestre, alla quale aveva dato un crollo lo sforzo fatto il dì innanzi per salir sul cassero e far la sua ultima visita a prua. Poi cominciò

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.