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412 | sull'oceano |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|De Amicis - Sull'Oceano, 1889.djvu{{padleft:416|3|0]]prossimo si presentasse all’arrivo a farsi mallevadore dei loro mezzi di sussistenza. Ora i parenti che aspettavano non s’erano fatti vedere, e naturalmente, perchè essi dovevano sbarcare a Buenos-Aires; ma confondendo in quel momento l’Uruguay con l’Argentina, e trovandosi soli, si credevano perduti. Che cosa sarebbe accaduto di loro? Non si può dire l’angoscia e l’avvilimento di quella povera gente, che dopo aver abbandonato l’Europa, si credevano respinti dall’America, come inutili carcasse umane, neanche più buone a ingrassare la terra, e già immaginavano un viaggio di ritorno disperato alla patria, dove non avevano più affetti, nè casa, nè pane. Il Commissario cercava di persuaderli, che non s’era nell’Argentina, ma nell’Uruguay, che i loro parenti si sarebbero presentati a Buenos-Aires, dall’altra parte di quel fiume che vedevano, che si rassicurassero, che s’angustiavano senza perchè. Ma quelli non intendevano ragione, erano come istupiditi dall’affanno, e parevano anche più miseri e più infelici in mezzo all’allegrezza chiassosa dei giovani che ogni momento li urtavano, passando, e gridavan loro nell’orecchio: — Allegri, vecchi! — Viva la repubblica! — Viva l’America! — Viva la Plata!