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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|De Amicis - Sull'Oceano, 1889.djvu{{padleft:56|3|0]] piccoli ladrocini o di piccoli inganni, di briciole di pane e di centesimi disputati da cento parti, per trent’anni continui, a chi non ha abbastanza da mangiare. E poi mi venivano in mente i mille altri, che, empitisi di cotone gli orecchi, si fregati le mani, e canticchiano; e pensavo che c’è qualche cosa di peggio che sfruttar la miseria e sprezzarla: ed è il negare che esista, mentre ci urla e ci singhiozza alla porta.

Avrei voluto discendere fra quella gente e parlar con qualcuno; ma mi parve meglio aspettare un giorno che ci fosse meno folla. Per liberarmi dai pensieri sconfortanti, andai a passare un’ora sulla piazzetta, uno spazio che era dalla parte sinistra del piroscafo, compreso tra il castello centrale e il cassero di poppa; al quale avevan dato il nome di piazzetta perchè, aprendosi lì le porte del salone, della sala da fumare e della dispensa, vi si formavano ogni momento dei crocchi di passeggieri, e il luogo essendo riparato dai venti alisei che soffiavano in poppa, ci venivano delle signore a ricamare o a leggere. E in fatti gli davan una cert’aria di piazzetta da palco scenico i camerini che v’eran da un lato, simili alle casette mobili delle scene,

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