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a prua e a poppa | 65 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|De Amicis - Sull'Oceano, 1889.djvu{{padleft:69|3|0]] E nessuna salda fede, nemmeno monarchica. Dei milioni di monarchici, incapaci di difendere prodemente, a un bisogno, la loro bandiera, pronti a mettersi a pancia a terra davanti al berretto frigio, appena lo vedessero in alto. Una passione furiosa in tutti d’arrivare, non alla gloria, ma alla fortuna; l’educazione della gioventù non rivolta ad altro; ciascuna famiglia mutata in una ditta senza scrupoli, che batterebbe moneta falsa per far strada ai figliuoli. E le sorelle incamminate per la via dei fratelli, perdendosi di giorno in giorno nella educazione e nella vita della donna ogni spirito di poesia e di gentilezza. E mentre l’istruzione popolare, una pura apparenza, non faceva che seminare orgoglio e invidia, cresceva la miseria e fioriva il delitto. Metà degli uomini che avevan data la vita per la redenzione dell’Italia, se fossero risuscitati, si sarebbero fatti saltare le cervella.
Detto questo, voltò il capo dall’altra parte.
— Questa non è la verità — gli dissi. — Dei disinganni che ci furon per tutti, siamo stati causa noi stessi, immaginandoci che la liberazione e l’unificazione d’Italia avrebbe prodotto un’immediata e completa rigenerazione morale, ed estirpato miracolosamente la miseria e il delitto. Non confrontiamo lo stato presente con
De Amicis, Sull'Oceano. | 5 |
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