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SIGNORI E SIGNORE


Con un gazzettino vivente com’era quell’agente bancario, non tardai a conoscere, anche senza volerlo, quasi tutti i passeggieri di prima.

La mattina seguente egli mi si venne a mettere accanto a tavola, al posto dell’avvocato, che non s’era levato da letto. Ogni giorno egli faceva una mezza dozzina di conoscenze nuove. La sera avanti aveva attaccato conversazione con gli sposi, che occupavano il camerino accanto al suo, ed essendosi accorto ch’eran così timidi e impacciati davanti alla gente, si proponeva di stuzzicarli un poco. Appena seduto, domandò allo sposo, che gli era seduto di faccia, se aveva riposato bene. Quegli rispose bene, grazie, guardandolo con occhio inquieto. — Eppure — , disse

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