< Pagina:De Roberto - Documenti Umani.djvu
Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta.

di

certe robinie. A destra, un cantuccio d'Africa, una siepe di cactus erti come pilastri, rampanti come rettili, orridi, contorti, spinosi; e poi ancora le agavi, i banani, gli aloè. A sinistra, un angolo di Norvegia; dei pini, degli abeti, una varietà di conifere dal fogliame fitto e minuto come una nebbia.

Tutte queste sensazioni di verde compenetravano il cervello, lo saturavano; ed era come se anche noi tenessimo alla terra per le radici, se anche in noi scorressero le fresche linfe, se anche noi vivessimo la vita immobile e silenziosa del verde. Allora, io ebbi un istante di felicità piena ed intera: io sentiva che la parola umana mi era fatta estranea, che il pensiero era abolito in me, che io esistevo soltanto per lei, che io vivevo della sua vista, come l'elianto vive della vista del sole.


                                              12 settembre.

Impressione ed espressione sono due termini fra i quali non sarà mai possibile stabilire il segno dell'eguaglianza. Le più semplici percezioni del mondo materiale sono immateriali, e nessuna materia potrà mai rappresentarle. Come descrivere il profumo impercettibilmente dolce di questa ciocca di lillà che muore nel calice di cristallo? Esso mi riempie l'animo di un

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.