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ma sono soltanto gli ammaestramenti
della propria esperienza quelli che ci s'inchiodano nella mente. Ella mi perdoni queste lunghe ed inutili geremiadi; ma gli ammalati non provano una soddisfazione lor propria nel parlare del loro male?
«Io non so ancora quel che farò; il presente è incerto e l'avvenire più tenebroso che mai. Si ricordi di me.»
Come il Darsi ebbe decifrato la firma: Alessandro Morea, la signora Auriti domandò:
— Ebbene, che cosa ne dice?
— Ecco un uomo — esclamò vivacemente il Darsi, credendo di aver trovato
un argomento in suo favore — a cui la passione strappa accenti di una grande eloquenza! Lei non mi sosterrà, credo, che quest'uomo non sia sincero, che egli faccia delle frasi, se ha abbandonato il suo paese, se ha distrutta la sua vita....
— Non è vero che egli ha ragione? Non pare anche a lei che sarebbe
difficile giustificare la parte avversa, e più difficile ancora ritorcere le accuse contro di lui?... Stia dunque a sentire.
E questa volta, presa un'altra lettera dalla stessa cassetta dell'armadio, la signora Auriti cominciò a leggere ella stessa:
«Amica mia,
«Partito? per sempre?... Egli è partito, dopo