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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|De Roberto - Documenti Umani.djvu{{padleft:307|3|0]]mia fronte? Quante vite si sono spente dinanzi a me?... Non ne conosco più il numero. Le fila di mille avvenimenti trascorsi si tessono nella mia memoria; io ho visto le guerre e le paci, le feste dei potenti e le rivoluzioni dei deboli, le carestie e le abbondanze, gli esodi e le pestilenze; ho visto siccidi inverni ed estati piovose, vizii premiati e virtù neglette; ho visto il cieco avvampare delle passioni, l’accorto tramare degli interessi, le lacrime unirsi ai sorrisi, gli eroismi alle viltà; ma ho visto sopra ogni cosa uno spettacolo uniforme, quotidiano, immancabile: l’eterno spettacolo della morte.

«I miei parenti, l’uomo che mi generò, la donna che mi portò nel suo grembo, questi esseri che mi dettero la vita, che mi trassero dalla notte profonda dell’Inesistente, che mi trasfusero il loro sangue, che mi soffiarono il loro spirito, questi esseri sono spariti, io li ho visti l’uno dopo l’altro morire. I miei figli, le creature che sono uscite da me, la mia stessa vita continuata in un’altra compagine di muscoli e d’ossa, i miei figli sono scomparsi; io li ho visti uno dopo l’altro morire. Da una parte e dall’altra il filo che mi legava ad esseri viventi si è rotto; quelli che sorressero i miei primi passi, quelli ancora i cui primi

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