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288 | documenti umani |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|De Roberto - Documenti Umani.djvu{{padleft:311|3|0]]
“Non un giorno, non un’ora voi fissate lo sguardo all’avvenire immancabile, voi meditate il problema del vostro destino. Voi non vi dite l’unica cosa memorabile: la morte mi aspetta, io sono destinato a perire, il mio spirito, questo specchio che riflette l’universo, sarà distrutto.... voi non v’inquietate del minaccioso poi; e deridete chi per voi se ne inquieta....
“Il sonno verace, il sonno rivelatore vi ammonisce talvolta; voi sentite un freddo guadagnarvi ogni fibra, la spaventosa immobilità cadaverica impietrarvi le membra, il respiro esalare, la tenebra fosca avvolgervi tutti.... Voi siete morti, e un lungo, un infinito terrore preme sui vostri petti; eterno è il buio ed il silenzio.... Non appena destati, non appena il primo raggio di luce sorrida, la vita vi riprende, la menzogna torna a sedurvi; l'orgoglio invade le anime già timide, una sfida superba sale alle labbra già mute....
“Se l’ora dell’angoscia scocca per voi, se l’unghia del dolore vi lacera le carni; ecco ogni ardire si fiacca, la viltà vostra vi fa abbassare la fronte e piegare i ginocchi; allora, allora soltanto voi tendete le mani congiunte ad un cielo prima schivato.... Cessi il dolore, scomparisca il pericolo, lo scettico o l’indifferente sorriso errerà nei vostri sguardi.