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causa, delle nuove inevitabili lacrime, delle nuove torture? In

chiesa, un venerdì, il giorno che ella dedicava alla preghiera.... Era in ginocchio dinanzi l'altare dell'Addolorata. Non mi vide. Io bevevo la magia della sua vista, e il luogo, l'ora, tutto mi disponeva ad una mistica tenerezza. Oh, la povera adorata creatura! Come era debole, e tenue, e delicata, e fragile! Come il suo viso era lavato dal pianto! Come il più leggiero tocco l'avrebbe fatta dolorosamente vibrare in tutte le fibre! Come bisognava essere crudeli per tormentarla, ancora!... E un giorno che noi eravamo soli, e che io le ero vicino, e che le nostre fronti si avvicinarono per leggere le parole di un poeta, le mie labbra le sfiorarono le tempie.... Un grido represso, una angoscia nell'occhio rovesciato, uno scoloramento nel viso, un affannoso sollevarsi del seno.... Io presi le sue mani, le sue povere bianche mani tremanti che ella aveva portato sul cuore; io le baciai, filialmente.... La sera ero partito, lontano....

— Ah! Tu non l'a... — cominciò Fritz Eisenstein; ma levandosi ad un

tratto da sedere, in preda ad una grande emozione, si corresse vivacemente: — No! No!... Tu l'amavi; oh se l'amavi! Ed è bella, ed è buona, ed è vera questa pietà!...

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