Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
documenti umani | 21 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|De Roberto - Documenti Umani.djvu{{padleft:44|3|0]]braccia, stringendo con tutta la sua forza, e mormorando per la concitazione:
— Togli quell’anello.... o restituisci il mio! Restituiscilo, hai inteso? o ti rompo le braccia! Restituiscilo, ch’io lo spezzi, ch’io lo calpesti, ch’io lo butti nel mare....
— Ah, tu m’uccidi!
Ella era tutta sbiancata in viso, e le labbra fatte violacee erano scosse da un lungo tremore. Subitamente, egli l’aveva lasciata e s’era messo in ginocchio portando le mani alla testa e scompigliando i suoi capelli grigiastri.
— Perdono, Costanza; perdonami, sono un pazzo, lo vedi! Ma sei tu che m’hai fatto ammattire! A quarant’anni passati, e da un pezzo! Se io ti dicevo.... quella cosa, è perchè — vedi! — io ti voglio bene.... in un altro modo!... Costanza, mi hai tu perdonato?...
— Sì, sì! Guarda, io bacio il tuo anello, guarda; così! così! Bacialo anche tu, così! E ti giuro che l’altro....
Allora egli le aveva chiusa la bocca con la mano, sorridendo tristamente fra le lacrime, e dicendole pianissimo, da farsi appena sentire:
— Silenzio!... Non dir nulla!... Non mi ricordar nulla!... Quello che è stato è stato!... Lasciami morire così, ai tuoi piedi!...
Ed ogni volta che veniva a trovarla, appena