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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|De Roberto - Documenti Umani.djvu{{padleft:61|3|0]] — Questa?... Sei tu?...

— Ero.... quindici anni or sono! È il ritratto fatto durante il mio viaggio di nozze.

Con un sospiro, era andata a gettarsi sul divano semicircolare disposto in un angolo del salotto. Stette a lungo, pensosa, con la testa appoggiata sulla palma della destra. Poi, scuotendosi, visto che egli non veniva a raggiungerla, chiamò:

— Andrea!

Non ottenne risposta. Immobile, tutto nero sullo sfondo luminoso della finestra, egli guardava ancora il ritratto.

— Andrea!... — e, levatasi, gli si avvicinò. Mute, grosse, luccicanti, le lacrime gli sgorgavano dagli occhi spalancati, gli rigavano le guancie, cadevano una dopo l’altra sulle mani leggermente tremanti.

— Andrea!.... Andrea mio!... Guardami, che cosa è stato?... Ma guardami!

Più grosse, più spesse, le lacrime continuavano a sgorgargli dalle palpebre gonfie. Ora, dei singhiozzi gli salivano alla gola, lo scuotevano tutto, gli scomponevano il viso.

— Lasciami.... lasciami....

— Ma perchè, Signore Iddio, perchè?

Ella lo aveva trascinato verso il divano, dove era caduta di peso, quasi piangente anche lei.

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