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il passato 53

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|De Roberto - Documenti Umani.djvu{{padleft:76|3|0]]in volto alla baronessa. Pallida, muta, ella uscì dalla stanza.

Andrea non fece un passo per trattenerla. Si sentiva soffocare. Quelle parole gli avevano bruciato la gola. Non sapeva ancora come aveva fatto a pronunziarle. Cento volte aveva tentato, ma non gli era ancora riuscito. Il pensiero di addolorare, di offendere anche con dubbii atroci la donna amata gli era stato insostenibile. Come dire a colei che gli confessava in tutti i momenti il proprio amore: Tu pensi ad altri? Egli intuiva che non era vero; che, se vera, sarebbe stata una cosa mostruosa, da spegnere, non che l’amore, la stima; ma di quella cosa mostruosa egli era arrivato ad ammettere la possibilità. Il passato di quella donna era una macchia, e quella macchia si allargava, si diffondeva, la ricopriva tutta. Fatalmente, il dubbio, il dubbio atroce, insinuante, rinascente non sì tosto scacciato, gli era penetrato nell’anima, non gli dava più quiete.... Ella diceva di amarlo; quali prove, infine, glie ne aveva dato? Era venuta a cercarlo quando egli era fuggito.... Per qualcun altro ella aveva disciolta una famiglia, abbandonata una posizione, sfidata una intera società!...

Ella aveva avuto degli altri amanti, prima di lui, quando ancora non lo conosceva: che cosa

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