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il passato 55

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|De Roberto - Documenti Umani.djvu{{padleft:78|3|0]]dunque possibile? Ella sarebbe discesa fino a quell’essere abietto? Ed egli avrebbe amata una donna che era stata del Sammartino?... No, no; non era possibile, era un’aberrazione dello spirito ammalato, era un incubo prodotto dalla impotente gelosia di quel passato incancellabile. Dov’era, dov’era Costanza, la sua Costanza, perchè ella dissipasse con una sola parola l’infame sospetto?...

Allora, le parole del duca di Majoli gli tornavano alla memoria, come un rimprovero, come un’accusa. «Crediamo sempre d’esser sinceri, ma la sincerità di oggi fa a pugni con quella di ieri.» Colui aveva dunque ragione? Perchè gli aveva dette quelle parole? Era anch’egli stato un amante della baronessa?... Ah! delirava, impazziva!...

Sì, il duca aveva ragione; egli aveva creduto di esser sincero quando pensava che il passato di Costanza non esisteva per lui; che glie la rendeva, se mai, più cara — sì, le stesse parole di colui — ed era sincero anche in quel momento che le rinfacciava il suo passato come una colpa!... Come dunque accadeva, e perchè?... Perchè il suo amor proprio non ammetteva che un altro avesse potuto amarla più di lui, che ella avesse fatto per un altro più di quello che aveva fatto per lui!...

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