< Pagina:De Roberto - Documenti Umani.djvu
Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
— Ella vuol dire che l'offeso è il suo primo? Reclama per lui la
scelta delle armi?
— Perfettamente!
— Noi abbiamo mandato di accettare qualunque condizione.
Un nuovo silenzio. E, a un tratto, echeggiarono i primi accordi della marcia del Faust.
— Alla spada e a discrezione del ferito, — disse il barone De Falco.
— Sta bene. Ciascuno porterà le proprie armi; si tirerà a sorte.
— Hanno in vista un locale?
— A Villa Bisani, a Portici.... se loro accomoda.
— A meraviglia. Allora, per domani?
— Senza dubbio.
— Alle sei del mattino?
— Alle sei.
Come ebbero preso congedo dai rappresentanti avversarii, il duca di Majoli e Vittorio Giussi scesero al caffè, in quell'ora popolatissimo. Si guardarono attorno, a lungo, attentamente; Andrea Ludovisi non c'era.
— Cerchiamo dalla parte della musica, — disse il Giussi.
Dopo pochi passi, sotto la viva riverberazione dei fanali elettrici, esclamò:
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.