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— Ora — disse — andiamo a vedere le armi.


VIII.

Benchè fossero appena le undici, la baronessa di Fastalia, passeggiando dalla stanza da letto al salottino, andava a guardare ogni momento l'orologio. Prima del tocco, Andrea Ludovisi non sarebbe certamente venuto, e come erano lunghe, come erano eterne quelle ore d'attesa! Ella presentiva che da quel colloquio sarebbe dipesa la sua felicità avvenire. La sera innanzi Andrea le si era mostrato così affettuoso, così confidente, così lieto, da far supporre che ogni traccia della passata tempesta fosse oramai cancellata. Pure la baronessa non si sentiva ancora perfettamente sicura. Ferma dinanzi all'uscio fin dove ella lo aveva accompagnato, quando, all'arrivo di suo zio, dopo aver nascosto precipitosamente le lettere e la valigia, egli si era congedato, Costanza di Fastalia sentiva ancora sulle mani le labbra di Andrea che baciavano e mormoravano insieme parole di perdono e di amore.... Ora, ella si pentiva della durezza di cui aveva dato prova. Non conosceva dunque abbastanza di quale natura impressionabile, di quale anima vibrante ad ogni

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