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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|De Roberto - Ermanno Raeli.djvu{{padleft:117|3|0]]Giulio di Verdara, tornando una sera dal circolo, rivelò a sua moglie una circostanza per cui si risvegliarono in lei gli antichi sospetti. «Che giuoco disperato!» aveva cominciato per esclamare il conte, ancora sotto la impressione di ciò che aveva visto. Nel giro di poche ore, d’Archenval aveva perduta e vinta una fortuna, e si era finalmente alzato dal suo posto con una perdita netta di quaranta mila lire... «Il suo sangue freddo,» soggiungeva Giulio di Verdara, «finisce per far male, specialmente quando si pensa...» Ma si era ad un tratto arrestato, con uno scrupolo di propagare una notizia riguardante l’onore d’un uomo al quale stringeva ogni giorno la mano. La curiosità della contessa si era intanto svegliata, ed allo sguardo interrogativo che aveva rivolto al marito, questi aveva ripreso: «A te, infine, posso dir tutto: il visconte non s’è ancora messo in regola con gli ultimi suoi debiti. Stasera ho sentito qualcuno che già comincia a mormorare...» Rosalia di Verdara ascoltava con attenzione