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ermanno raeli. | 9 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|De Roberto - Ermanno Raeli.djvu{{padleft:14|3|0]]ne aveva fatto uno studio regolare, riuscendo a conoscerli entrambi; ma non era intanto padrone nè dell’uno nè dell’altro. Nella sua conversazione non c’erano di quelle frasi, di quelle espressioni, di quei modi di dire che sono come la notazione permanente delle idee e dei sentimenti di tutto un popolo. Pochissime volte accadeva di sentirgli citar dei proverbii; intendo i proverbii che corrono sulle bocche dei popolani e dei contadini, in cui si riassume la filosofia d’una razza, non quelli ogni giorno ripetuti nei discorsi convenzionali ed incolori delle classi più colte. Di qui, una difficoltà di rendere con evidenza molte impressioni, di definire precisamente molte idee, e sopratutto una mancanza di carattere, di significazione nel suo dire. Da un’altra parte, la mezza padronanza che egli aveva delle due lingue, lo metteva spesso in un grave imbarazzo; le due espressioni diverse, i due diversi giri di frase gli si presentavano contemporaneamente, in modo che spesso il suo italiano aveva un sapore tutto tedesco e il suo tedesco un’an-