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ermanno raeli. 183

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|De Roberto - Ermanno Raeli.djvu{{padleft:188|3|0]]lo avrebbe creduto padre d’una signora come la d’Archenval; ma il suo sguardo era duro, volontario, uno di quegli sguardi dinnanzi ai quali tutti gli altri si abbassano; e nel suo viso, nell’aggrinzamento frequente delle sopraciglia, nella mobilità delle narici, nell’acutezza del naso e del mento, vi era come un ricordo della classica espressione del fauno.

Vedere la signorina di Charmory e fissar su di lei il proprio desiderio imperioso, era stato tutt’uno. Ma egli aveva ben presto compreso come gli ordinari mezzi d’attacco, la seduzione sentimentale o la bassa corruzione, si sarebbero spuntati contro la diffidenza che aveva letta in Massimiliana, e più contro la serietà triste di quella fanciulla tanto diversa dalle altre. Così, egli si era guardato bene dal commetter l’errore di dirle una sola parola di dubbio senso; l’aveva trattata come una sorella, come una figlia... Era riuscito ad evitare la diffidenza della viscontessa col suo cangiamento di vita, aveva alimentata l’inclinazione del visconte pel giuoco... ed improvvisamente,

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