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252 | ermanno raeli. |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|De Roberto - Ermanno Raeli.djvu{{padleft:257|3|0]]manno... un viscido serpe... «Strappatelo!... schiacciatelo!»
Macchinalmente, ella alzava un braccio, accennando, e ad un tratto l’uscio si schiudeva, e la viscontessa, pallida, ansimante, le si faceva vicina... «Come stai?... Non mi hanno detto nulla... Maxette!» Subitamente alzatasi, cominciando a disfare la sua toletta: «Non è niente, un capogiro...» rispondeva Massimiliana. «Ma perchè non mi hai fatta chiamare?.. vuoi che venga un dottore?..» insisteva l’altra, prendendole una mano. In quel momento, l’ammalata non era più lei, era la giovanetta: ella lo comprendeva al tremore della persona, allo splendore degli sguardi; ma l’altra replicava: «No, grazie... il riposo finirà di guarirmi...» e ritirava la sua mano!.. Non la voleva con sè! Non voleva dirle la causa del suo male che ella aveva presentita nelle mezza parole con cui la contessa l’aveva fatta accorrere! Respingeva il suo aiuto, ancora, sempre!.. E la povera donna si allontanava, piegando la testa; sull’uscio, arrestavasi un poco, come