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ermanno raeli. | 24 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|De Roberto - Ermanno Raeli.djvu{{padleft:30|3|0]]
Tra un nugolo di polvere la greggia
Si riduce all’ovile, i mandriani
Scagliano sassi a un branco che indietreggia;
Scodinzolando vigilano i cani
E nel clamore dei belati echeggia
Come un accento di lamenti umani.
Qualche volta, come in questa Sera, egli raggiungeva una certa efficacia di forma; ma era un disgusto che lo prendeva per il meschino risultato di tanta energia, di tanta commozione interiore...
Heine, gioconda larva innanzi a un teschio ròso,
Leopardi, eco triste, gemito lungo e stanco,
Baudelaire, erta sfinge con le catene al fianco,
Shelley, lampeggiamento sopra un mar tempestoso;
Quando, oppressa dal peso di mille ambascie, langue
L’anima e vi domanda un istante di pace,
È la vostra parola come morsa tenace
Che soffoca, che stringe fino al gocciar del sangue.
Quando mille punture sottili, dispietate,
Fan l’anima bersaglio, invece d’un usbergo
Son lancie i vostri detti, che dinanzi, da tergo,
Si conficcano ovunque, fitte ed avvelenate.