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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|De Roberto - Ermanno Raeli.djvu{{padleft:59|3|0]]súbita rivelazione di questa mostruosità diede una scossa terribile al suo spirito. Non crederla, era impossibile; ribellarvisi, era inutile: il fatto esisteva, brutale, violento. Tutte le dolcezze, tutte le promesse, quell’intima, quella lunga comunione: tutto era finito. Ogni legame era sciolto. Fra loro, dopo quello che erano stati l’uno per l’altro, nulla esisteva più di comune; essi erano ridiventati due estranei, come prima, più di prima... Un momento, egli fu tentato di andarsene da lei, di supplicarla, di scongiurarla, di riprenderla fra le sue braccia, di evocare gl’istanti volati, di rivelarle l’abisso che gli aveva scavato dinanzi, di fargliene misurare la profondità, di domandarle in ginocchio di stendergli una mano, di non farlo perdere, di non indurlo a negare, a bestemmiare la fede, l’amore... L’amore? E ad un tratto la mal repressa ribellione scoppiava dentro di lui. Era dunque quello l’amore? Quale disgusto!... In alto e in basso della scala sociale, brutalmente confessata o ipocritamente nascosta, venduta o concessa, non esisteva

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