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storia d’un’anima 93

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|De Roberto - Spasimo.djvu{{padleft:105|3|0]]L’altro giorno, mentre i dottori mi esaminavano, lo vidi dallo specchio: non s’accorgeva d’essere guardato, e teneva le mani strette l’una nell’altra, e tendeva il capo verso di noi, respirando a fatica, come se l’ammalato che aspettasse il giudizio dei medici fosse egli stesso!...

«Mi pare certe volte, quando ho il mal di capo, o sono infreddata, o non posso neanche assaggiare certe cose, che il mio babbo abbia i miei malanni o le mie nausee: se tossisco mi pare che anche a lui dolga il petto, se sento freddo che anch’egli ne senta. È bello volersi bene così!»

Ella era così alta e il padre ancora tanto giovane, che talvolta li prendevano per fratello e sorella; questo errore della gente le faceva un immenso piacere; ed ella anche pensava che non fosse errore tanto grande quanto pareva:

«Un fratello potrebbe fare di più per me? Il fratello di Virginia non dà altro che dispiaceri a lei ed a tutta la famiglia; anche quando sono buoni gli uomini non capiscono tante cose, le cose che non ci piacciono; mentre invece il mio babbo!...»

Ed anche di questo fatto ella trovava la spiegazione:

«Egli amò tanto la povera mamma, che prese tutti i suoi gusti, tutte le sue abitudini, i suoi modi di pensare e di sentire. E tutto il bene che

ella mi voleva, quando ero in fasce, lo ha preso lui e

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