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storia d’un’anima 109

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|De Roberto - Spasimo.djvu{{padleft:121|3|0]]mente come se fosse sul punto di perdermi. Un giorno, molto lontano, quando mi parlò la prima volta della sua vita di scapolo, le parole erano così sdegnose sulle sue labbra! E la certezza d’essersi finalmente sottratto all’errore, alla colpa, gli dava tanto conforto!...

«Era severo e quasi senza perdono, nonostante la sua bontà, per i traviamenti della passione. La rovina del suo amico che aveva abbandonato la famiglia gli pareva meritata: non lo persuadeva all’indulgenza neppure la morte nella solitudine e nella povertà...

«Io sentivo ciò che accadeva. Non parlai. Ebbi paura. Ebbi paura di pensare.

«Non sono sincera. Non dico tutto...»

E il Ferpierre, vedendo che nelle pagine seguenti ella non parlava più del dramma, sostò ancora una volta per meditare sulle cose lette.

Tra quelle due anime la tentazione si era insinuata; ma l’uomo, non la donna l’aveva accolta! Le ultime parole di lei: «Non sono sincera, non dico tutto...» significavano forse che ella non aveva accusato il marito perchè non si sentiva neppure senza peccato? Quantunque all’esperienza del giudice poche cose paressero impossibili, quantunque egli anzi prevedesse che alla troppo giovane sposa il calmo affetto d’un marito troppo vecchio non dovesse un giorno bastare, ora l’idea che ella avesse

potuto fallire gli repugnava. Egli si era venuto

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