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duello 155

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|De Roberto - Spasimo.djvu{{padleft:167|3|0]]non chiedevate nulla: anche l’uomo per il quale s’era perduta aveva detto così. La logica della vita è quella che costui le aveva crudamente rivelata: «Chi ha fame deve cibarsi.» Se la speranza è il massimo bene, intanto essa ci giova in quanto pensiamo di conseguirne l’oggetto; nessuno al mondo si consola imaginando un bene al quale non potrà mai arrivare. Logicamente, necessariamente ella doveva cadere in un nuovo errore. Dico errore, ma potrei anche dire colpa. Non dubito dell’onestà delle vostre intenzioni, ma la debolezza vostra e sua ve la avrebbe fatta dimenticare. L’ardenza del desiderio vi spingeva a contrarre un impegno del quale forse vi sareste pentito. Anche senza la previsione del vostro pentimento ella si sentiva preclusa la via ad una nuova gioia. Tutti questi pensieri che la disgraziata aveva lungamente considerati si dovevano ridestare più urgenti, più molesti, più funesti dopo le vostre parole. Quale momento sceglieste per parlare? Il più grave. L’uomo cui si era legata tornava presso di lei. Egli era diventato migliore; abbiamo la testimonianza di Giulia Pico, dalla quale risulta che il principe cominciava a diportarsi meglio verso l’amica. Se, dunque, ella aveva pure cercato di persuadersi talvolta che il suo legame era sciolto dopo l’abbandono patito, non poteva più sentirsi ora libera. Il dovere di restare con

quest’uomo al quale s’era data per sempre, che dimostrava

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