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il fatto 7

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— Sì... certo... — rispose il dottore imbarazzato ed esitante. — Ma prima di far nulla bisogna aspettare l’arrivo dei magistrati...

— Sono stati avvertiti?

— Eccoli.

Il mormorìo delle voci curiose già spegnevasi infatti nella sala contigua: il giudice di pace del circolo di Losanna, il commissario di polizia, un dottore e due gendarmi entravano in quello stesso punto.

Col primo suo ordine il giudice fece allontanare gl’indiscreti dalla camera mortuaria e dalla sala: i gendarmi, dinanzi all’uscio per il quale questa sala e l’attiguo salotto comunicavano, impedirono che la gente s’inoltrasse. Solo la straniera col dottor Bérard che spiegava al suo collega della polizia l’inutilità d’ogni cura e la rapidità della morte, e la baronessa di Börne che, non richiesta, verbosamente informava il giudice dell’accaduto, restarono con il principe e il commissario presso al cadavere.

— A che cosa attribuiscono la risoluzione funesta? Nulla la faceva prevedere? — domandò il giudice. Ma la baronessa, che pur non sapeva tacere, si strinse nelle spalle alla domanda e guardò il principe per significare che egli solo poteva rispondere.

Passatosi una mano sulla fronte, come trasognato, il principe disse:

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