Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
l’inchiesta | 179 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|De Roberto - Spasimo.djvu{{padleft:191|3|0]]non era vero che la contessa lo avesse tradito; amata ancora da lui, ella avrebbe trovato maggiori difficoltà a lasciarlo; l’idea di restargli accanto per dovere, quest’idea che appariva dominatrice del suo pensiero, sarebbe stata rafforzata dal presentimento del dolore che gli avrebbe inflitto. E, innanzi tutto, si doveva ancora provare che egli avesse veramente ripreso ad amarla!
Che cosa aveva fatto negli ultimi tempi? Bisognava credere che tenesse in un luogo secreto i documenti della sua attività rivoluzionaria, perchè nel suo domicilio di Zurigo se ne trovarono pochissimi. Questi tuttavia non erano senza importanza. Alcune lettere di correligionarii, con date recenti, erano piene di sorde accuse. Dalla Russia i compagni gli scrivevano lagnandosi a una voce del suo silenzio, della sua freddezza, rimproverandogli di non mantenere promesse sulle quali facevano assegno e quasi accusandolo di tradimento. I nihilisti avevano deliberato un altro tentativo subito dopo l’ultimo disastro: un tentativo che era disperato ed inutile, ma che pure avrebbe attestato come l’imperversare della più feroce reazione non potesse toglier loro l’ardire e la speranza. Ora essi gli scrivevano: «Mentre noi siamo qui pronti a dare la nostra vita, mentre non aspettiamo altro che una parola, tu ci abbandoni? Il tuo coraggio è dunque proprio finito dopo
Kronstadt? Eppure