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l’inchiesta 185

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|De Roberto - Spasimo.djvu{{padleft:197|3|0]]duzioni di opere scientifiche fatte per conto di editori francesi e tedeschi. Era in relazione con tutti i rifugiati politici, ma non aveva preso parte attiva a complotti; anzi con gli scritti e con le parole disapprovava i continui e inutili sacrifizii di vite. Inclinava alla propaganda morale, alla preparazione delle coscienze; ma, natura ardente e virile, non avrebbe esitato a scendere ella stessa all’azione se l’avesse creduta necessaria.

E quantunque dei suoi rapporti col principe nulla si dicesse di preciso, il sospetto che fossero amanti si rafforzava. Amandola, stando a Zurigo per lei, Zakunine non aveva abbandonato gli agitatori impazienti, oltre che per la snervante azione dell’amore, anche per la persuasione direttamente esercitata dalla giovane? Costei non doveva aver messo opera a far ricredere il principe, a dimostrargli la stoltezza degli inutili eccidii?

Queste supposizioni parevano al Ferpierre verisimili. E l’accusa del Vérod ne restava sempre più infirmata. Se il principe amava la nihilista, i suoi rapporti con la contessa non erano tale ostacolo da spingerlo a ucciderla. Il ribelle per cui la legge coercitiva non aveva valore, poteva sentirsi legato da uno scrupolo tutto morale? In realtà non aveva egli già lasciato l’amante sua per correre a nuovi piaceri? Che cosa gli vietava di fare altrettanto, con maggiore libertà delle

prime volte? Realmente egli si era avvicinato alla contessa e l’aveva

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