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8 | spasimo |
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— Sì, bisognava prevederlo... Io dovevo prevederlo...
— Soffriva molto?
— Soffriva tanto... tanto..., — rispose l’altro, con intonazione di così cupa tristezza che lo stesso magistrato tacque un poco.
— Era inferma? — domandò quest’ultimo, dopo un breve silenzio, al dottore.
— Sì, d’una malattia di petto.
— Lo sapeva?
— Senza dubbio. Non le si poteva nulla nascondere. Aveva tanta intelligenza e tanto coraggio che le pietose menzogne riuscivano inutili.
— Non si poteva sperare di salvarla?
— La sua infermità era di quelle sull’esito delle quali non c’è pur troppo da ingannarsi; ma che tuttavia lasciano vivere, con un appropriato regime, lunghi anni.
— Allora non la sola malattia l’ha spinta ad uccidersi?
— Non la sola malattia, — ripetè come un’eco il principe Alessio.
Era, durante quel triste interrogatorio, molto curiosa e quasi comica la vista della baronessa di Börne, la quale, non potendo parlare, atteggiava le labbra, moveva gli occhi, scoteva il capo e tutta la persona come per ripetere successivamente le domande del giudice, per confermare le risposte del dottore e del principe, per far noto che aveva