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198 spasimo

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— Da quanto tempo la conoscete?

— Da tre anni.

— Come?

— Ero amico dei suoi fratelli.

— Quando emigrò in Isvizzera veniste a trovarla? La soccorreste?... Vedete che sono bene informato! Ella stessa ha narrato queste cose. Prima la vedevate raramente; dall’aprile, dacchè passaste da Zurigo, foste insieme. Queste sono le sue dichiarazioni. Volete sì o no riconoscere che siete il suo amante?

All’impaziente durezza di questa domanda, l’accusato guardò il giudice negli occhi. La cute delle sue tempie s’increspò: egli stringeva irosamente le mascelle.

— Fate male a non rispondere. Mi costringete a mettervi in confronto.

E il Ferpierre ordinò che la Russa fosse ricondotta in sua presenza.

La sorda ira del principe già dava luogo a una palese inquietudine: pareva che egli si sentisse ora minacciato, che avesse paura, che non sapesse da qual parte cercare una via. Al sopravvenire della giovanetta le fissò gli occhi negli occhi ardentemente.

— Vi ho fatta richiamare, — disse il giudice, — perchè ripetiate alla presenza di costui ciò che dichiaraste a me. Siete l’amante sua?

Il principe si protendeva verso di lei come an-

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