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l’inchiesta | 199 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|De Roberto - Spasimo.djvu{{padleft:211|3|0]]sioso della risposta o cupido di suggerirla egli stesso.
— Sì, — rispose fermamente la giovane.
— Vedete, — riprese il Ferpierre additando il principe, — che egli dimostra di non credervi.
— Comprendo il motivo che gli consiglierebbe di nascondere la verità. Ma la verità si saprebbe altrimenti, e non m’offende.
Ella rispondeva all’interrogante, senza badare ai suo complice. Solo quando il giudice si rivolse a quest’ultimo per domandargli se negava ancora, ella girò il capo, guardandolo.
— È vostra amante? — ripetè il Ferpierre mentre i due si fissavano, la donna con espressione di dominatrice serenità, il principe titubante e smarrito.
Questi da ultimo chinò il capo, in atto di confessare.
— E allora voi tornaste dalla contessa e vi mostraste a lei pentito dei vostri torti unicamente perchè avevate bisogno del suo denaro?
— Che dite? — pronunziò sdegnosamente Zakunine.
— Ma dunque, perchè? — incalzo il magistrato.
— Io gli suggerii di tornare da lei, — disse la giovane.
E come il principe fece un nuovo moto di protesta, ella soggiunse:
— Non abbiate paura di nuocermi. Bisogna dire