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202 spasimo

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— Voi confermate ciò che dice costei? — domandò il Ferpierre a Zakunine.

L’interrogato rispose con un breve cenno del capo.

— Quali furono le parole amare che la contessa proferì?

Rispose ancora la donna:

— Disse: «Voi parlate di lealtà? Lo scrupolo della franchezza vi nasconde qui, a tramare contro di me? Sono stata forse d’impaccio ai vostri amori? Dovevate anche darmene spettacolo?»

Il magistrato tacque un poco considerando la narratrice; poi, senza lasciarla con lo sguardo, disse lentamente:

— E voi pensate che, dopo una spiegazione tempestosa, con lo sdegno che doveva ribollire in cuore a quella donna, la versione del suicidio diventi più verosimile? Come non v’accorgete d’esservi posta sopra una falsa strada, con l’invenzione poco felice di questa scena incredibile?

La giovane rispose duramente, aggrottando le ciglia:

— Il vostro mestiere è di dubitare. Io ho detto la verità; tanto peggio se torna a mio danno. Avete null’altro da domandarmi?

Invece d’aspettare d’essere congedata, ella stessa lo congedava.


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