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208 | spasimo |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|De Roberto - Spasimo.djvu{{padleft:220|3|0]]dava e mandava molto denaro per i poveri e gl’istituti di carità di Losanna, di Nizza e di Milano: ciò fu confermato dalla baronessa di Börne e da tutti gli stranieri del Beau-Séjour: la differenza fra le somme rinvenute presso la morta e quelle che avrebbero dovuto trovarsi non si spiegava così? Una nuova e più accurata perquisizione, ai Cyclamens, escluse che vi fossero denari nascosti. L’interrogatorio e le perquisizioni nelle case dei servi diedero anch’essi risultati contrarii al sospetto. Non restava dunque se non l’ipotesi della semplice intenzione furtiva: il Ferpierre le negava fede. Egli credeva che, se c’era stato un delitto, la passione lo aveva determinato. Importava quindi accertare la natura dei rapporti dei due Russi; ma nessuna luce egli ebbe dalle testimonianze assunte a Zurigo tra i conoscenti di Zakunine e della Natzichev: i testimonii non seppero precisare se erano veramente amanti; alcuni lo sospettavano, altri l’escludevano; anche sulla loro capacità di delinquere le opinioni erano divise.
La lettera a suor Anna Brighton avrebbe svelato il mistero; ma suor Anna non si trovava. Alla Nuova Orléans, di dove erano datate le ultime sue lettere rinvenute presso la morta, non stava più; nessuno sapeva dire dove fosse andata. Il Ferpierre tuttavia sperava che un giorno o l’altro ella stessa avrebbe fatto pervenire alla giustizia il documento
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