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la confessione 215

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|De Roberto - Spasimo.djvu{{padleft:227|3|0]]tuto essere cruento. Ma il principe che doveva trovarsi, se non presente, certo vicino, non si era interposto, non era accorso ad impedire il delitto? E la nihilista, non essendo mai entrata nella camera della contessa, come aveva saputo trovare l’arma di lei?

Queste difficoltà non davano molta ombra al magistrato. Forze Zakunine non si era interposto non potendo supporre che il colloquio finisse in tragedia; forse l’arma della contessa non era quel giorno chiusa, o la giovane sapeva dove trovarla. Una difficoltà, tutta morale, era più grave, quella stessa sulla quale il Ferpierre erasi molte volte arrestato: se la nihilista sapeva dell’amore di Fiorenza d’Arda per il Vérod come poteva volerle male? La rivalità si spiegava se la defunta avesse posto opera a trattenere il principe presso di sè: e ciò non era. Ma forse la Natzichev non sapeva dell’amore per il Vérod: questa passione che la morta aveva soffocata, che il giovane aveva contenuta, poteva esser rimasta ignorata se nessun fatto esteriore, se nessun atto l’aveva rivelata.

Pertanto, benchè queste supposizioni non fossero confortate di prove e molte cose restassero da rischiarare, il giudice si veniva affermando nell’opinione che, negato il suicidio, il sospetto più verisimile dovesse pesare contro la donna. Il pentimento del principe e il suo ritorno presso l’antica amica, determinati o dal bisogno di denaro o da

un più

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